RSS
Welcome to my blog, hope you enjoy reading :)

giovedì 27 novembre 2014

Inverno 2014-2015: sarà mite e con poche ondate di freddo

http://bit.ly/1rhgk0g

sabato 22 novembre 2014

Kid Creole and the Coconuts Live in Paris 1985

I Got To Move - Homesick James

Homesick James (May 3, 1914 -- December 13, 2006) was an American blues musician. He most notably played slide guitar, with his cousin Elmore James, and Sonny Boy Williamson.

The album is Shake Your Money Maker
2007 CD Blue Label SPV



Eric Clapton & Dr John - Duets At The Roseland Ballroom - New York, NY (1996)





Eric Clapton and Dr. John - Duets
Roseland Ballroom, NYC - May 9, 1996

1) Right Place, Wrong Time
2) St. James Infirmary
3) How Long
4) Roberta
5) Layla
6) Closing

giovedì 20 novembre 2014

USA ROUTE 66 2015


Visualizzazione ingrandita della mappa

“Occulta Lunae Pars”

attività fisica ager

ricorda che 30 minuti prima dell'attività devi sempre fare uno spuntino, meglio se a base di un carboidrato complesso, che rilascia energie lentamente ed evita che il tuo organismo prelevi "benzina" dal muscolo, indebolendolo piuttosto che tonificarlo! Durante l'attività invece è ottima acqua e limone, o alla mezz'ora una manciata di uvetta o mandorle o noci, con un tocchetto di cioccolata fondente, oppure una bella banana! Se alla fine, magari dopo circa un'ora di esercizio, manca molto tempo al prossimo pasto, un secondo piccolo spuntino è consigliato, per evitare ipoglicemie e sbalzi glicemici al pasto successivo, il tono muscolare non dipende nè dalla quantità di attività fisica nè da quella delle proteine, ma da una giusta combinazione di nutrienti, pasti ben distribuite e tempi di esercizio!

lunedì 17 novembre 2014

USA 90

mercoledì 12 novembre 2014

"L'Armadio della vergogna"

Franco Giustolisi se n'è andato come avrebbe voluto. Combattendo fino all'ultimo per quello in cui ha creduto per una vita. Nella stanza dove è stato curato c'erano libri, fogli con appunti, un dizionario e l'inseparabile Settimana enigmistica. Da lì, dal letto che è stato il suo ultimo studio, il suo ultimo tavolo di lavoro, ha dettato lettere, fatto telefonate, immaginato azioni future.

Con me, che con lui ho iniziato a lavorare trent’anni fa e ho scritto due libri, ha parlato per l’ultima volta la settimana scorsa. Poche parole pronunciate con un filo di voce. Ma ha voluto essere sicuro che avessi ben capito, era cosciente che era il nostro commiato: “Pier Vittorio prendi in mano tu…”. Si riferiva a un'iniziativa per parlare della cosa a cui ha dedicato vent'anni di passione professionale, politica e civile. Franco voleva giustizia per quella che chiamava la più grande tragedia vissuta dal popolo italiano. Voleva giustizia per i 15-20 mila civili uccisi dai nazisti e dai fascisti tra il 1943 e il 1945. Per i loro figli, i loro mariti, le loro mogli, i loro fratelli.

Una battaglia combattuta soprattutto sulle pagine dell' Espresso . Poi con un libro, l'Armadio della vergogna. Mille dibattiti in tutte le parti d'Italia. Feroci polemiche con chi alla sua sete di giustizia frapponeva esitazioni o piccoli interessi di parte.

Fu lui, insieme ad Alessandro De Feo, a parlare per primo di quell’armadio della procura generale militare scoperto per caso nel 1994 e nel quale, da 34 anni, erano chiusi i fascicoli sulle stragi nazifasciste. Fascicoli con cognome, nome e grado dei responsabili di tutti quegli omicidi chiusi là dentro per non turbare i nuovi equilibri internazionali degli anni Cinquanta. Lo battezzò l’armadio della vergogna perché capì subito il terribile carico di negligenze e omissioni che la scoperta di quei fascicoli portava con sé.

C’erano le indagini sui responsabili delle stragi più famose come Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema e di quelle di cui non si era mai parlato tanto. Eccidi come quelli di Monchio, Vinca, Cercarolo… Franco raccolse documenti, andò sui posti, conobbe i sopravvissuti, si fece raccontare, diventò tutt’uno con la rabbia di chi era rimasto senza giustizia, di chi aveva visto morire padri e madri senza che mai nessuno si preoccupasse di cercare gli assassini. La sua battaglia è stata senza quartiere. Perché Franco era uno che le cose non le mandava certo a dire. Pensare, dire e agire era, per lui, un tutt'uno.

Il nostro primo e impegnativo lavoro insieme fu un'inchiesta sulle carceri Italiane. Eravamo tutti e due all'Espresso. Lui un quasi sessantenne professionista noto e affermato, già a Paese Sera, al Giorno e alla Rai, a Tv 7. Io un cronista poco più che trentenne che ancora molto aveva da vedere del mondo. Franco mi portò per carceri con un piglio che non dimentico. Entrava nella cella di un condannato per mafia e gli chiedeva: "La mafia esiste?". Affrontava banditi pluriassassini come fossero conoscenti da bar. Con una calma, una serenità e una schiettezza che non immaginavo si potessero avere in carceri speciali come quelli. Da quel viaggio nacque un’inchiesta per il giornale e il libro Al di là di quelle mura. E poi un altro libro, la storia del capo brigatista Alberto Franceschini, Mara Renato e io.


When I'm Sixty Four

lunedì 10 novembre 2014

Rope ladder to the moon - doc Jack Bruce

Tony Palmer's 1969 documentary on Cream bassist Jack Bruce is now available on DVD. Jack Bruce: Rope Ladder to the Moon is a 55 minute documentary on the singer-songwriter, filmed around the same time that he was recording his jazz-oriented solo record, Songs for a Tailor. The film proves to be a snapshot of Bruce during a pivotal time in his career, just after Cream disbanded, and after he began his solo career that he has continued to this day.

Director Tony Palmer is known for his extensive work with musical artists, including the Beatles, Cream, and Jimi Hendrix. He also co-wrote and directed Frank Zappa's surreal 200 Motels.

Rope Ladder to the Moon originally aired on the BBC in 1971. The film has been restored for its first time release on DVD.




venerdì 7 novembre 2014

Los Lobos "Mas y Mas"

Austin City Limits festeggia 40 anni

Jack Bruce funerale













mercoledì 5 novembre 2014

Mirella Freni e Vladimir Delman - Evgenij Onegin teatro Comunale Bologna

1989 Video One Bologna
Regia Francesca Catarci






domenica 2 novembre 2014

The Band in Concert 1994-4-22

Opening for The Allman Brothers Band / New Orleans Jazz Fest 


Pirate bay




Libertà in rete
I pirati della Rete sono tornati all’arrembaggio e per celebrare il loro decimo anniversario hanno ideato un nuovo modo per minare l’ordine costituito fin dalle sue fondamenta. The Pirate Bay , il più noto e discusso motore di ricerca di file torrent ha appena presentatoPirateBrowser, un programma per navigare in Rete che aggira ogni censura. Non è una novità assoluta, nel web si trovano centinaia di metodi e programmi per superare le barriere imposte da Stati e regimi, ma ciò che rende unico questo browser è la sua estrema semplicità. Basta infatti scaricarlo per avere un pacchetto completo anti-censura a prova di neofita.
Basato sul browser gratuito e open source Firefox Portable, è al momento disponibile solo per Windows ma sono in arrivo anche le versioni per Mac e Linux. Al suo interno troviamo il client Tor e altri componenti aggiuntivi che, in soldoni, rimpallano la nostra identità da un server all’altro così che, anche se ci connettiamo dall’Italia, risultiamo navigare da una altro Paese e possiamo accedere a siti che qui sarebbero bloccati. A differenza di Tor, non garantisce il completo anonimato così da poter rilevare comunque chi va su siti considerati censurabili anche dai pirati, come ad esempio quelli pedopornografici. «Questo browser è destinato solo per aggirare la censura», scrivono i pirati sul sito, «per rimuovere i limiti nell’accesso a quei siti web che il tuo governo non vuole che tu conosca». Con PirateBrowser insomma si è tutt’ora in grado di distinguere tra una censura buona e una cattiva e, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è destinato solo a chi vuole scaricare a più non posso.
Aggirare la censura infatti significa poter visitare i siti che governi e regimi considerano scomodi, primi tra tutti quelli dei dissidenti politici. Non a caso nella presentazione del programma i due Paesi citati per primi tra i censori sono Iran e Corea del Nord, Paesi che più di altri hanno chiuso a doppia mandata le porte della Rete. È singolare notare come questo nuovo passo in avanti nella libertà di navigazione arriva proprio a una settimana di distanza da una nuova stretta sul web. Un decreto firmato il 2 agosto scorso dal premier vietnamita Nguyen Tan Dung autorizza gli internet provider a bloccare i post su Facebook e Twitter considerati “contro il Vietnam” o contro “la sicurezza nazionale”, due nozioni così facilmente interpretabili da lasciare ampio spazio alla mano nera del governo. Lo scopo infatti è bloccare la fitta rete di attivisti che arresti o sequestri ancora non sono riusciti a fermare ma lo fa in modo totale: a partire dal settembre prossimo infatti nessuna informazione legata all’attualità potrà più essere pubblicata, comprese le notizie provenienti dal governo stesso o da giornali e agenzie di stampa governative e filocomuniste.
Il fatto che siano degli esperti informatici che si definiscono pirati non deve sviare dall’effettivo risultato raggiunto in termini di libertà. In questa guerra tra buoni e cattivi infatti c’è un continuo scambio di ruoli, con i pirati che combattono i governi censori e i governi stessi che a loro volta diventano pirati. Basta prendere per esempio la decisione adottata dagli Stati Uniti, tra i più grandi censori globali, che due anni fa avevano stanziato ben due milioni di dollari per creare delle Reti parallele che aggirassero le limitazioni imposte da Iran, Siria e Libia ai propri cittadini. Si vede quindi che basta cambiare le regole perché il gioco cambi, perché i buoni divengano cattivi e viceversa. Come Alice attraverso lo specchio, solo che qui è tutto vero.