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Welcome to my blog, hope you enjoy reading :)

lunedì 30 dicembre 2019

Jerry and Gary Lewis on Hullabaloo '65

13/05/17 Terni - Spal in serie A! Festa in campo!!

venerdì 27 dicembre 2019

Cannabis, la Cassazione: coltivare in casa non è reato

https://www.corriere.it/economia/consumi/19_dicembre_26/cannabis-cassazione-coltivazione-domestica-non-reato-94f23a78-2807-11ea-9faa-6371a8e969d6.shtml?refresh_ce-cp#commentFormAnchorArtDown



lunedì 23 dicembre 2019

Joe Strummer - Planet Rock Documentary Profile

venerdì 20 dicembre 2019

Mega blitz anti 'ndrangheta, la Procura Antimafia di Catanzaro arresta 3...

da vinci resolve intro

https://www.youtube.com/results?search_query=Introduzione+a+DaVinci+Resolve+per+la+correzione+del+colore+

THE LAST CHANCE | Die letzte Chance | John Hoy | Full War Length Movie |...

martedì 10 dicembre 2019

Muddy Waters Tribute 1997 Koko Taylor Keb Mo Buddy Guy Keith Richards Gr...

Gunsmoke blues - Muddy Waters, Big Mama Thornton, Big Joe Turner, George...

Jeff Beck Group Thee Image Club, Miami, Florida

sabato 7 dicembre 2019

La Grande Storia Operazione Odessa La fuga dei gerarchi nazisti RaiTre 2...

Giorni Di Furore (ed. speciale per 70º della Resistenza) [ITA]

giovedì 5 dicembre 2019

Bruce Springsteen Padova 31 Maggio 2013 Pay me my money down

sabato 23 novembre 2019

Cream - Oakland, California 1968 (soundboard)

venerdì 22 novembre 2019

Jeff Beck Group BLUES compilation (1968-69)

Jeff Beck Group- Newport Jazz Festival, Newport, RI 7/4/69

giovedì 21 novembre 2019

Cream- Sports Arena, San Diego, Ca 10/20/68

Furry Lewis – At home in Memphis (1994)

Jefferson Airplane - Full Concert - 11/28/70 - Fillmore East (OFFICIAL)

Jefferson Airplane 10-25-1969 Complete Show

Cream - Detroit 1967 Soundboard

mercoledì 20 novembre 2019

Nessun dorma RAI 5 - Edo Bennato 13 04 17

Cream - live at Grande Ballroom, Detroit ���� (October 1967) hard blues/he...

Cream - Klooks Kleek Plus (1966) - Bootleg Album (Live)

martedì 19 novembre 2019

The Clash - Full Concert - 03/08/80 - Capitol Theatre (OFFICIAL)

lunedì 18 novembre 2019

Jeff Beck Group - Fillmore West [1968]

domenica 17 novembre 2019

Ostinato. Hespèrion XXI. Jordi Savall

Musique pour la Paix - Concierto de Jordi Savall (Festival d'Ambronay, 2...

Imprescindibles - Jordi Savall y los Borgia

Lido di Spina (FE), prima seggiovia biposto in italia, NASCIVERA. 1967

sabato 16 novembre 2019

Gov't Mule Live TRAFFIc 2 album Full Show AUD

martedì 12 novembre 2019

Kid Creole and the Coconuts Live in Montreal

The Tubes -- Don't Touch Me There (From the DVD 'Wild West Show')

sabato 9 novembre 2019

Gov't Mule w/Charlie Starr ~ Can't You See

Warren Zevon - Avé Maria

venerdì 8 novembre 2019

Gov't Mule - Full Show - The Fillmore Miami Beach - 9-25-2016

martedì 5 novembre 2019

Memphis Slim - Memphis Slim U.S.A [FA]

domenica 3 novembre 2019

Lowell George Live at the Bottom Line, New York City, NY June 24, 1979




Lowell George & his band Audience Recording from The Bottom Line, New York City, NY. June 24, 1979. Second night of a two night stay This was the early show Recorded and transferred by Chip Lovitt The Lowell George Band - Armando Compean - Bass Don Heffington - Drums Eddie Zip - Organ Peter Wasner - Piano Fred Tackett - Guitar Jerry Jumonville - Saxophone Lee Thornberg - Trumpet Maxine Dixon - Backing Vocals Lowell George - Lead Vocal & Slide Guitar 1. Intro Jam 00:00 2. Fat Man in the Bathtub 03:00 3. Honest 08:14 4. What Do You Want the Girl to Do 11:57 5. I Can't Stand the Rain 17:12 6. Easy Money 20:07 7. A Apolitical Blues 24:48 8. Dixie Chicken 33:47 9. Two Trains 44:28 10. Twenty Million Things 50:12 11. Willin' 53:19 12. Spanish Moon 58:09

Lowell George had recently separated from Little Feat and was touring
to promote his solo LP "Thanks I'll Eat It Here".
Sadly, Lowell passed away June 29, 1979


sabato 2 novembre 2019

Little Feat - Live at the Orpheum Theatre 1975-10-31 (Complete Show)

lunedì 28 ottobre 2019

"Angie" by Davy Graham arr. Bert Jansch

Bert Jansch - Acoustic Routes

The Allman Brothers Band - Mountain Jam (The Warehouse, NOLA 03/20/71)

venerdì 25 ottobre 2019

Little Feat - 03.07.19 - Warner Theater, Wash, DC - 4K - tripod

giovedì 24 ottobre 2019

x cell untrackeable

https://x-cellular.com/

Campionato di calcio. Spal 1 - Inter 1.

lunedì 21 ottobre 2019

Chiesa Criminale - Una scia di sangue in nome di Dio - Laura Fezia

domenica 20 ottobre 2019

Los Lobos - "Canto A Veracruz", "El Cascabel", "La Pistola Y El Corazon"...

Los Lobos-del Este de Los Angeles 1978 FULL ALBUM

lunedì 14 ottobre 2019

Ginger Baker Biography

Ginger Baker Jazz Confusion feat Pee Wee Ellis au New Morning #4

lunedì 7 ottobre 2019

The Doors - When You're Strange Documentary - HD

Cream Farewell Concert as transmitted on BBC TV January 5th 1969 Tony P...



so long GINGER Baker ...

sabato 5 ottobre 2019

Adriano Celentano Francamente me ne infischio Puntata 4 Giovedì 28 Ottob...

Celentano Gaber Fo Jannacci Albanese - Ho visto un re

lunedì 30 settembre 2019

Jeff Beck Nessun Dorma Live At The Crossroads Guitar Festival, June 26...

Crossroads Guitar Festival. Finale High time we went Eric Clapton. Sep ...

Paolo CREPET - I social come via breve per rimbecillirsi

martedì 24 settembre 2019

Various Artists - History Of British Blues (Side 1) - 1973

Various Artists - History Of British Blues (Side 2) - 1973

Various Artists - History Of British Blues (Side 3) - 1973

Various Artists - History Of British Blues (Side 4) - 1973

lunedì 23 settembre 2019

incivilta' dei media parte 2

TV Sì - TV No
Vorrei fare una riflessione personale in merito anche alla luce della mia esperienza professionale nel settore dell'informazione e di quella da parlamentare.
Molti di voi si chiedono come mai si sia deciso di non comparire in Tv.
In primis chiariamo: non andare in Tv significa non andare nei talk show, siamo invece (per quanto possibile) presenti nei Tg.
Il problema parte da due domande: perchè ci sono così tanti talk show in tv?
E perchè siamo poco presenti nei Tg?
Alla prima domanda la risposta è semplice: i talk sono tanti perché questo sistema politico e governativo si regge grazie alle insignificanti chiacchiere che oramai saturano l'etere televisivo senza mai chiarire al cittadino i veri problemi da affrontare e le soluzioni proposte.
In gergo si chiama “rumore”: una miriade di parole e a volte schiamazzi che si sovrappongono, che non sono dibattito politico ma show, finalizzato a creare ancor più confusione sui temi e scatenare un tifo da stadio tra i “contendenti”.
Lo sapete anche voi, non c'è bisogno che mi dilunghi.
In genere a questo punto mi si dice che è vero quello che dico ma troppi Italiani guardano solo la TV e quindi bisogna andarci lo stesso.
Capisco molto bene il problema e vi prego di continuare a leggere.
Anche gli spazi di dialogo diciamo “più equilibrati” non possono (per varie questioni di share e tempi del mezzo televisivo) approfondire adeguatamente le problematiche del paese e quindi restano sempre a un livello superficiale e non bastano due slogan e quattro parole per spiegare come affrontare questa crisi economica, politica e culturale, allora ecco che il TALK in realtà non serve a informare, al limite sembra una forma di intrattenimento (non a caso si parla di infotainement un mix di informazione e intrattenimento) dove si scatenano più istinti che ragionamenti, con contenuti superficiali e generici.
Questi diventano quindi luoghi della TV predisposti al tifo come un'arena dove incanalare rabbia e frustrazione del cittadino per poi disinnescarle definitivamente.
Andarci significa dargli audience, forza e collaborare alla disinformazione.
Inoltre i talk “meno peggio” li guardano coloro che già conoscono il M5S e non si raggiunge comunque chi non sa nulla di noi, dovremmo andare da Giletti e dalla D'Urso ma come si fa a parlare con tali personaggi?
Con Giletti che grida a Carla Ruocco che dovevamo fare l'accordo col PD?
Ma come si permette di sbroccare così?...lo dicesse alla Moretti in spiaggia e lasciasse il servizio pubblico a chi lo sa fare.
Oppure vedere Fazio come uno zerbino mentre la Boldrini ci da impunemente degli eversivi e potenziali stupratori?
Non va bene per niente.
Per farci vedere da chi non ci conosce bisogna passare le giornate in tv: la mattina fare un salto a Coffe Break e non dimenticare Agorà, poi L'Aria che Tira...al pomeriggio c'è il crogiuolo di appuntamenti non proprio politici da La Vita in Diretta a l'Arena di Giletti la domenica..senza dimenticare l'Annunziata In ½ ora... Dopo aver partecipato a 8e1/2 con la Gruber o da Floris a Diciannoveequaranta la sera poi il fenomeno esplode: DiMartedì/Ballarò, La Gabbia, Servizio Pubblico, Vespa, Matrix, Virus, Tg3 Linea notte (in genere si ciancia fino all'una di notte) e via così...
Non basta andare in quei due o tre talk, per contrastare veramente la disinformazione bisogna fare i conti con dodici ore di palinsesto per almeno 7 canali tv, si deve passare la vita lavorativa in TV invece di provare a bloccare in aula e in commissione al Parlamento le porcate che producono le larghe intese, è per questo che ci avete eletto?
O è per uniformarci agli altri politici: vincere perché si ha la battuta pronta anche se non si argomenta, ubriacando di slogan gli Italiani?
A me sembra che si voglia vedere la squadra M5S che fa goal quando una Picierno o Bonafè qualsiasi sparano una cazzata.
Lo possiamo anche fare ma la cosa finisce lì, non cambia né la politica né gli Italiani.
Per i Telegiornali il discorso cambia. Avete ragione: dobbiamo essere più presenti.
Ecco allora la seconda domanda fatta all'inizio? Perchè è così difficile passare nei TG?
Perché ovviamente sono lottizzati e i direttori protetti dalla politica e ci tengono ai margini dell'informazione...pur avendo la presidenza della Vigilanza Rai, è una battaglia molto molto dura.
E' vero che noi siamo contrari alla lottizzazione ma ciò non significa che il servizio pubblico non sia obbligato a liberare dall'occupazione di altre forze politiche degli spazi informativi che sarebbero per legge destinati a noi e gestirli in modo autenticamente indipendente dalla Politica, come la famosa BBC che citano in continuazione.
In questi mesi di riforma della Rai sarà la nostra battaglia per ottenere proprio questa liberazione e ristrutturazione del servizio pubblico di informazione (o almeno di una rilevante parte di esso)
In un anno e mezzo di Vigilanza siamo riusciti a fare molte cose anche se si percepiscono poco. Siamo riusciti a denunciare le sovraesposizioni di Renzi e delle larghe intese, siamo riusciti ad aumentare di almeno il 10% la presenza nei tg del M5S e Agcom, anche se vigliaccamente non ha punito le reti Rai, ha comunque riconosciuto le gravi violazioni su Renzi e i partiti governativi di regime.
Su questo non molleremo la presa e ripeto i vari Orfeo, Masi, Berlinger, dovranno andarsene (e vedrete che succederà se non per merito nostro per la guerra interna scatenata da Gubitosi che vorrà tenere solo la Maggioni, non è un caso che Orfeo e Berlinguer in questi giorni protestino contro la mancanza di pluralismo in Rai...che facce di bronzo).
Infine non basta fare dichiarazioni in Tv, servono anche giornalisti indipendenti: se io compaio e dico che la disoccupazione sale e dopo di me un bamboccetto come il piddino Speranza dice che la disoccupazione scende, serve un giornalista preparato e autonomo che dica chi sta mentendo dei due e non un servo che celebri la preparazione del pupazzo Speranza...è anche questo il motivo per cui nei Talk non si capisce mai chi ha ragione.
Se i TG dicessero la verità agli Italiani, già basterebbe per far capire quanto il M5S lavori nell'interesse del paese , senza bisogno dei talk che finalmente dopo anni di saturazione TV, stanno perdendo audience pesantemente.
Ho sentito minacciare che se non andiamo nei talk arriveremo al 10%. Ma come? Abbiamo preso il 25% senza andarci? E abbiamo diminuito i voti quando ci siamo andati !! Per piacere siate realistici.
La rivoluzione inizierà per davvero quando chi vede solo la tv, la spegnerà, si alzerà dal divano e parteciperà attivamente alla vita politica. Ci serve una vera rivoluzione culturale.
Noi stiamo andando nelle università, dai lavoratori, nelle scuole, dalle associazioni, tra i comitati, bisogna coinvolgere la gente e non cantarle la ninna nanna dalla TV.
Credetemi, la TV genera passività e non basta andarci per cambiare il paese soprattutto se praticamente tutti i media sono in mano ai partiti delle larghe intese: saremo sempre armati di bastoni a combattere contro le armi atomiche con giornalisti e conduttori strapagati per disinformare e spargere letame su di noi.
Sarà il primo grande passo perché chi non vuole cambiare, chi crede alla Picierno, alla Boschi, a Salvini, alla Santanchè non cambierà idea solo vedendoci in TV a fianco a loro, o la cambierà per il tempo di permanenza in Tv, salvo poi dimenticare tutto alla prima battuta di un presenzialista usuale del Pd, della Lega o di FI...molti Italiani hanno una memoria cortissima e attraverso i media sono già riusciti a farci dimenticare che sono stati al governo con Berlusconi , che fanno le riforme della Costituzione insieme a Verdini mentre stanno al Governo con Alfano, Giovanardi e Schifani.
E tutto questo pur essendo noi stati in tv durante tutta la campagna per le europee a ricordarlo e a parlare dei nostri programmi e delle nostre proposte.
Bisogna rompergli il giochino e per farlo abbiamo bisogno di voi. Spegnetela o usatela come monitor.
PS a chi propone una TV a 5 Stelle dico che non abbiamo né l'intenzione né le risorse.
Un media come la TV è moribondo e impiegarci immani energie oggi, è uno sforzo assurdo.
Ce la guarderemmo tra noi e oramai siamo in un contesto con dei giganti come Mediaset, la Rai, La7, con miliardi di di risorse investite.
Impossibile (e inutile) competere.
Se volete fare una TV libera potete farlo, non sarò certo io a impedirvelo ma consiglio a tutti di impiegare le vostre forze in qualcosa di nuovo, proiettato al futuro e veramente rivoluzionario.
Grazie. Spero ci riflettiate sopra seriamente.

venerdì 20 settembre 2019

Odifreddi a Camogli: l'inciviltà dei media

giovedì 19 settembre 2019

Family "The Chase"

mercoledì 18 settembre 2019

UDIENZA DEL 13.6.2000 - Esame del teste: ITALO MORETTI

http://www.24marzo.it/index.php?module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=235

Testimonianza resa da Italo Moretti nel processo per i crimini in argentina.
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Italo Moretti, Santiago del Cile. E questa è la residenza del dittatore”. Chi non ricorda la sorta di firma con cui l’inviato della Rai chiudeva i suoi collegamenti, alle spalle il palazzo presidenziale, la Moneda, che fu bombardata per cacciare l’11 settembre 1973, quarant’anni fa, il presidente democraticamente eletto, Salvador Allende, e poi, restaurata, divenne per diciassette anni la “residenza del dittatore”.
Moretti, che il 29 ottobre compirà 80 anni, fu il primo giornalista italiano a sbarcare a Santiago del Cile dopo il golpe. Con memoria ferma ricorda: “Lavoravo per Radio Rai, in televisione approdai nel 1976. Il pomeriggio dell’11 settembre mi chiamò il direttore Vittorio Chesi, ex corrispondente da Londra, un galantuomo dai modi austeri e mi disse: hai pronto il passaporto? Partii il giorno stesso, via Madrid, accompagnato da un giovane fonico, Francesco Durante, che fece la nostra fortuna: non so come la notte riusciva a trasmettere brani dei servizi nascosti alla censura. Arrivati a Buenos Aires, il nostro punto di riferimento, e quello di tutti gli inviati, era il corrispondente del “Corriere della sera” Giangiacomo Foà, poi trasferitosi a Rio de Janeiro, che con generosità metteva a disposizione dei colleghi italiani la sua casa, il suo tempo e la sua professionalità. All’hotel Claridge incontrammo un gruppo dei giornalisti americani che avevano affittato un charter e riuscirono a rompere l’embargo: pagata la nostra quota, il 14 volammo a Santiago. Con sorpresa vedemmo i tricolori esposti ai balconi delle case. Le bandiere ricordavano semplicemente l’indipendenza nazionale, che si festeggia il 18 settembre”.
Moretti era già stato altre volte in Cile e gli era chiaro l’isolamento di Allende, il presidente martire, abbandonato dai socialisti massimalisti di Carlos Altamirano, dai rigidi comunisti di Luis Corvalan . E gli era evidente anche il motivo per cui al golpe non seguì una reazione popolare: “non solo per l’atteggiamento dei leader politici, ma perché c’era una situazione sociale talmente difficile (iperinflazione, scarsità di beni nei negozi aggravata dallo sciopero dei camionisti) che la gente si era rassegnata a una svolta autoritaria”.
Un’altra cosa che Moretti tiene a dire: “Quando si parla di golpe di Pinochet si afferma un falso. L’ideatore del colpo di Stato in realtà fu l’ammiraglio José Merino, coadiuvato dal generale dell’aviazione Gustavo Leigh. Pinochet aderì al progetto e con scaltrezza si mise al comando della giunta militare in base a una regola inventata su due piedi: leader doveva essere il capo dell’arma più antica, guarda caso l’esercito”.
Uno dei primi servizi fu di raccontare la vicenda dei settemila prigionieri politici nello stadio nazionale dei Santiago: “Quando ci avvicinammo alle inferriate, i prigionieri ci chiedevano sigarette e ci davano i numeri di telefono delle famiglie. Qualcuno ci sussurrava: negli scantinati stanno torturando”. I settemila prigionieri dello stadio, secondo Moretti, sono la cifra “del trionfalismo dei golpisti, che volevano far sapere a tutti che in Cile la musica era cambiata. Il contrario di quanto vidi nel 1976 in Argentina, all’inizio della dittatura militare di Jorge Videla: Buenos Aires sembrava una città normale, in realtà di notte avvenivano sequestri e omicidi degli oppositori. Anche in Cile il conto fu salato, perché vennero eliminati quattromila oppositori secondo le stime ufficiali, ottomila secondo altre valutazioni”.
In Italia, dice Moretti, “sulla vicenda c’era una sensibilità particolare anche per il fatto di avere partiti gemelli, la Dc, i comunisti, i socialisti. Già dalla nostra sede diplomatica a Santiago partì una corsa alla solidarietà . Al momento del golpe l’ambasciatore italiano era assente, responsabile era l’incaricato d’affari Pietro De Masi, assieme al giovane Roberto Toscano. I cileni perseguitati scavalcavano il muro e chiedevano asilo politico ai nostri rappresentanti che si procuravano i visti per Roma. Fu un’opera rischiosa e straordinaria, soprattutto se paragonata alla scandalosa chiusura tre anni dopo della nostra sede a Buenos Aires. L’Italia fu il Paese europeo più ospitale con i profughi cileni, al punto che qualcuno ne approfittò. In casa mia a Roma capitarono un paio di artisti che colsero l’occasione per una lunga tournée in Italia. I due mi lasciarono conti telefonici stratosferici. Non tutti gli artisti fuggiti in Europa erano stati cantori del governo di Unidad popular come gli Inti Illimani o Victor Jara, il cantautore eliminato dai golpisti”.
Italo Moretti tornò in Cile decine di volte, “talora inutilmente, perché si credeva che la dittatura potesse cadere dopo uno sciopero o una protesta. In realtà il regime crollò per l’unico errore commesso da Pinochet, che nel 1988 perse il referendum che aveva indetto per essere confermato al potere”.
Moretti ha lavorato alla Rai, dove è stato anche brevemente direttore del TG3, fino al 1998. Ha raccontato le sue esperienze di inviato in vari libri, tra cui “In Sudamerica” (Sperling & Kupfer 2000).

lunedì 16 settembre 2019

100 ANNI DI SPAL

domenica 15 settembre 2019

Spal su Sky

sabato 14 settembre 2019

The Doors Live At The Isle Of Wight Festival East Afton Farm, Isle Of Wi...

Blues Divas at Ground Zero

Blues Divas at Ground Zero

venerdì 13 settembre 2019

Bilzen Festival Special (1967 1970) video r

Goran Bregovic & Alkistis Protopsalti - Full Album

Fleetwood Mac - Boston Blues live 1970 side 1

Fleetwood Mac: Boston Blues Side 2

Peter Green's Fleetwood Mac ~ Live At Warehouse New Orleans 1970 Part 1

Peter Green's Fleetwood Mac ~ Live At Warehouse New Orleans 1970 Part 2

giovedì 12 settembre 2019

Stevie Ray Vaughan - Umbria Jazz Festival 1985 [BOOTLEG]

mercoledì 11 settembre 2019

Stevie Ray Vaughan - Umbria Jazz Festival, Perugia, Italy, 1985/07/14

Charles Mingus Quintet - Umbria Jazz Festival 1974

martedì 10 settembre 2019

Peter Green's Fleetwood Mac ~ ''Sugar Mama''&''Hungry Country Girl''(Ele...




with Otis Spann on piano & vocals on ''Hungry Country Girl''

Peter Green's Fleetwood Mac & Otis Spann ~ ''Ain't Nobody's Business''&...



Modern Electric Piano Chicago Blues 1969
Otis Spann – piano, vocals Peter Green – guitar Danny Kirwan – guitar John McVie – bass guitar S.P. Leary – drums


Adoro quello che Stewart Copeland ha detto del Blues ... devi aver vissuto una vita per suonarlo in modo autentico ... questi uomini potrebbero suonarlo in modo autentico ... qualcosa di profondo che sta succedendo lì ... troppo profondo per Peter per far fronte ... ma lui e Danny ci hanno lasciato queste gemme.
Anche Jeremy Spencer.
La chitarra con la voce di Otis ti colpisce nello stomaco e nel cuore allo stesso tempo ... bella ... sensibile.
Penso che questo durerà a lungo.
Le persone lo scoprono da soli ... una volta che lo senti sai che è vera musica per persone reali con emozioni reali.

Peter Green ""Worried Dream""!!

I'm Worried / Like it This Way / World Keeps On Turning. Peter Greens ...

Eddie Boyd and his Blues Band - Featuring Peter Green (1967)





Note

℗ 1967 The Decca Record Co. Ltd.
© 2009 BGO Records
Remastered in 2009 at Sound Performance, London.

Includes 8p booklet. 




Eddie Boyd with Peter Green - 7936 South Rhodes




1. You Got to Reap 2. Just the Blues 3. She's Real 4. Back Slack 5. Be Careful 6. Ten to One 7. Blues Is Here to Stay 8. You Are My Love 9. Third Degree 10. Thank You Baby 11. She's Gone 12. I Can't Stop Loving You Eddie Boyd: Vocal, Piano Mick Fleetwood: Drums Peter Green: Guitar John McVie: Bass


Blues pianist Eddie Boyd's 7936 South Rhodes was recorded in London in January 1968 with three members of the early line-up of Fleetwood Mac: Peter Green (guitar), John McVie (bass), and Mick Fleetwood (drums). It's a tantalizing setting for Boyd's straight up Chicago piano Blues, going heavier on the slow-to-mid-tempo numbers than the high-spirited ones.
During the Sixties' Blues revival, Boyd toured Europe with Buddy Guy's band, and he toured and recorded with Fleetwood Mac and John Mayall and the Bluesbreakers. Tired of the racial discrimination he experienced in the United States, he first moved to Belgium where he recorded with Dutch Blues band Cuby & The Blizzards. Boyd died in 1994 in Helsinki, Finland, just a few months before Eric Clapton released the chart-topping blues album, From The Cradle that included Boyd's "Five Long Years" and "Third Degree".     

lunedì 9 settembre 2019

Homesick James - Shake Your Money Maker

Louisiana Blues - The Best Louisiana Sounds

Perfect Blues: 1920s, 30s and 40s Vintage Blues; Duke Ellington; Leadbel...

https://www.youtube.com/watch?v=9G5BuumJ5xA

Perfect Blues: 1920s, 30s and 40s Vintage Blues; Duke Ellington; Leadbel...

Delta Style Blues - Mississippi Louisiana Blues, at the Crossroads

Just The Blues - Real Delta Blues

PETER GREEN & John Mayall Bluesbreakers 21 FULL LIVE TRACKS Compilation

John Mayall - Peter Green "The Stumble" LIVE 1967

Peter Green's Fleetwood Mac ~ Live At Warehouse New Orleans 1970 Part 1

Fleetwood Mac 1969 01 17 Fillmore West SF

Fleetwood Mac: Boston Blues Side 2

Peter Green's Fleetwood Mac 1968 (Expanded Edition)

Fleetwood Mac - Boston Blues live 1970 side 1

Harmonica Blues Orgy - [Full Album]

Blues Harmonica 3 - A one hour long compilation

Blues Harmonica 1 - A two hour long compilation

Vintage Rural Blues - 76 minutes of authentic vintage blues

domenica 8 settembre 2019

Radio Blues N°1 - Definitive Blues on Radio Blues N°1

sabato 7 settembre 2019

woman 2

woman

venerdì 30 agosto 2019

1967 The Monterey International Pop Music Festival Video Concert

mercoledì 28 agosto 2019

1970 Isle Of WIGHT Festival Video Concert

martedì 27 agosto 2019

Richard Thompson - 1952 Vincent Black Lightning



 Richard Thompson
Il gran guru del folk-rock Uk.

Membro-cardine dei Fairport Convention, quindi rispettato cantautore con la splendida Linda, oltre che formidabile chitarrista elettrico e acustico, con una sua originale idea di spiritualità: la carriera di Richard Thompson da sola percorre, e oltrepassa, nascita, crescita e maturità della contaminazione tra tradizione folk e spinta rock, in uno dei più grandi canzonieri di sempre ..

domenica 25 agosto 2019

Tedeschi Trucks Band :: 8/24/19 :: LOCKN’ :: Sneak Peak | Set I

mercoledì 21 agosto 2019

Cronologia degli anni di piombo (1969-1981)

http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblicaterrori1.htm

lunedì 19 agosto 2019

RORY GALLAGHER....THE COMPLETE BBC SESSIONS INCLUDING UNRELEASED SESSION...

sabato 17 agosto 2019

Easy Rider - The Weight





so long Wyatt & Capt. America.


Aerial footage reveals Woodstock theme corn maze in Sunderland

The Who /// Woodstock, August 17, 1969 [Complete]

a Complete Woodstock 1969 recordings of Richie Havens

zc Woodstock 1969 Crosby Still Nash and Young

Complete Canned Heat audio recordings from Woodstock 1969

Complete audio and video recordings of Johnny Winter at Woodstock 1969

venerdì 16 agosto 2019

Woodstock — The Definitive 50th Anniversary

https://consequenceofsound.net/2019/05/woodstock-50th-anniversary-box-set/


https://consequenceofsound.net/2019/08/full-woodstock-festival-recording-wxpn/amp/



giovedì 15 agosto 2019

Gotta Move

Alexis Korner and Friends Featuring Eric Clapton - April 19, 1978

mercoledì 14 agosto 2019

Mar Y Sol Live 1972 full album

John Mayall's Bluesbreakers (feat. Peter Green) ~ Live In 1967 ( Full Al...

venerdì 9 agosto 2019

Hound Dog Taylor & the HouseRockers Aan Arbor 1974

Willie Willis - Can´t help but have the blues (1998)

giovedì 8 agosto 2019

Lavori di bonifica nell'agro ferrarese

Little Feat Live at Lisner Auditorium, Washington D.C. - 8/8/1977 Full S...

Area & Demetrio Stratos - Arbeit Macht Frei - Live 1976 Modena

martedì 6 agosto 2019

Lowell George Tribute Concert

domenica 4 agosto 2019

David Lindley - Cactus Cafe 4-18-2013

David Lindley in Portlandia, Feb. 18, 2014 - ABOUT TO MAKE ME LEAVE HOME...

David Lindley - The Indifference of Heaven [Warren Zevon] (Live in Copen...

David Lindley - Mutineer - 4.03.2015

David Lindley - Minglewood Blues - 4.03.2015

David Lindley - Little Sadie - Live at Fur Peace Ranch

David Lindley Ukes! at the 2012 Reno Ukulele Festival

DAVID LINDLEY, "BROTHERS UNDER THE BRIDGE"

David Lindley-The Indifference of Heaven(Warren Zevon cover) Milwaukee, ...

David Lindley & El Rayo-X - Quarter Of A Man (Live at Reggae On The River)

David Lindley in Concert FAIRfest June 20 2014

Cipollina Kaukonen Santana Casady Hopkins Valenti 8-4-1970

The Blasters @ El Corazon, Dec 20, 2013

mercoledì 31 luglio 2019

AMERICAN MOON - Vers. integrale (ITA)

Willie Willis - Deep Ellum Boogie

Grateful Dead 8-28-67 San Francisco CA

Grateful Dead 8-30-70 KQED Studios San Francisco CA

Grateful Dead 7/30/1970

venerdì 26 luglio 2019

Beth Hart - Get Up Stand Up (WOW!!!) - Jimmis 1-9-11

mercoledì 24 luglio 2019

Prima assegnazione di terre nel Delta Padano.

The Greatest Rock Show on Earth 1965 1973 video r

martedì 23 luglio 2019

GOV'T MULE Voodoo Chile MOUNTAIN JAM 2019 Woodstock Tribute JIMI HENDRIX...

This Wheel's On Fire / Dark Star / Find The Cost Of Freedom / Mr Soul -...

Game Face into Mountain Jam - Gov't Mule June 14, 2019

Voodoo Child (Slight Return) Gov't Mule June 15, 2019



Grande omaggio di Warren Haynes per i 50 anni di Woodstock !!!

Freedom into Jingo - Gov't Mule June 15, 2019

GOV'T MULE Piece Of My Heart/I Want To Take You Higher MOUNTAIN JAM 2019...

Documentario su Ferrara (3/3)

Documentario su Ferrara (2/3)

Documentario su Ferrara (1/3)

lunedì 22 luglio 2019

Little Village Beacon Theatre

David Byrne & Richard Thompson - Psycho Killer

Richard Thompson - Season of the Witch

lunedì 15 luglio 2019

La Sicilia del Gattopardo di Ugo Gregoretti - 1960

domenica 14 luglio 2019

Vanishing Point (Film Independent at LACMA)

giovedì 11 luglio 2019

Led Zeppelin: Live on TV BYEN/Danmarks Radio [Full Performance]

mercoledì 10 luglio 2019

Don't Start Me Talkin' (Jinx Session / 1982)

martedì 9 luglio 2019

Louis Armstrong & Danny Kaye, 'When The Saints Go Marching In'

Louis Armstrong Benny Goodman Danny Kaye Laurindo de Almeida Nestor Am...

sabato 6 luglio 2019

Ukulele Orchestra - Should I Stay Or Should I Go

The Good, The Bad, and The Ugly - Herbie Hancock, Patti Austin & Stevie ...

Bill Bailey - Duelling Sitars - Tinselworm

Lecciones de Cine -"Maestros de la luz".

Pink Floyd - Wish You Were Here (Feat. Stéphane Grappelli)

venerdì 5 luglio 2019

Allman Brothers & Eric Clapton - 2009-03-20 - Beacon Theater NY Complete!!

Allman Brothers & Clapton - 2009-03-19 - Beacon Theatre - COMPLETE!!

lunedì 1 luglio 2019

B....D..... 1952 Vincent Black Lightning Live 2013

sabato 29 giugno 2019

The Moody Blues - Days Of Future Passed - Full Album (Vintage Music Songs)

Tedeschi Trucks Band @ The Orpheum 2019

mercoledì 26 giugno 2019

Dear Antonioni... from a letter by Roland Barthes (1997)

martedì 25 giugno 2019

Accordion Dreams

lunedì 24 giugno 2019

Music of the Texas Mexican Borderlands part 4 of 4

Music of the Texas Mexican Borderlands part 3 of 4

Polka, roots of accordion playing in South Texas part 4 of 7

Music of the Texas Mexican Borderlands part 2 of 4

Music of the Texas Mexican Borderlands part 1 of 4

domenica 23 giugno 2019

1993 - Umbria Jazz Story (VHS)

La pubblicità dei TV Color in Italia 1976

L'annuncio storico di Maria Giovanna Elmi: la tv a colori

sabato 22 giugno 2019

Reverend Gary Davis - Death Don't Have No Mercy (RARE VIDEO)

Ferrara ha il suo primo vicesindaco pluripregiudicato | estense.com Ferrara

Ferrara ha il suo primo vicesindaco pluripregiudicato | estense.com Ferrara: Erano giorni che giravano cassandre sulla scelta del vicesindaco di Alan Fabbri. E le cassandre, come ne 'I fuochi' della Yourcenar, alla fine del loro travaglio hanno partorito l'avven

venerdì 21 giugno 2019

Los Lobos - Billy

lunedì 17 giugno 2019

Eric Clapton - 4 June 2019 Berlin, Mercedes-Benz Arena [Complete show]

ZORBAS EMMETRON

John Fogerty Tribute Vietnam Vets

giovedì 13 giugno 2019

The Panasonic DMC-FZ1000 Tutorials: Part 1 the Fully Auto Mode

mercoledì 12 giugno 2019

DR.JOHN'S NEW ORLEANS SWAMP/ SOUNDSTAGE 1974. ft PROF. LONGHAIR-METERS--...

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In Search of Moebius (BBC 4 Documentary)

lunedì 10 giugno 2019

Jorma Jack Grace JA - 3rd Week in the Chelsea - RCMH 8-29-89

Ex agente della CIA spiega minuziosamente il Governo Ombra USA

mercoledì 5 giugno 2019

Chomsky: La guerra contra las drogas es una ficción narrada para controlar a la sociedad

Chomsky: La guerra contra las drogas es una ficción narrada para controlar a la sociedad: En conferencia en la UNAM, Noam Chomsky dijo que el TLC es un arma de EU para controlar a México y trazó brillantemente la historia de la política expansionista de su país.

domenica 2 giugno 2019

Grace Slick Vocals Isolated - White Rabbit

giovedì 30 maggio 2019

los lobos the neighborhood (vinyl rip)

Los Lobos - The Ride (Full Album)

Edoardo Bennato - (ITA Doc SkyArte) - 19-02-2015.

lunedì 27 maggio 2019

Sette canne un vestito @Michelangelo Antonioni, 1948

domenica 26 maggio 2019

Фигуристая девушка танцует стриптиз

sabato 25 maggio 2019

Dr Daniele Ganser L’Italia Protettorato degli Stati Uniti Bologna 12...

I crimini di USA e Nato spiegati in 14 minuti

ZERO - Inchiesta sull'11 settembre

Spal in the world

Antonioni per Enel

ALAIN DELON : AU " PALAIS GANGI " avec Léa Salamé ,sept. 2016 . HD1080p

venerdì 24 maggio 2019

Pink Floyd - More Blues Live at Montreux (1970) FULL CONCERT

giovedì 23 maggio 2019

Фигуристая девушка танцует стриптиз

Adelmo e i suoi Sorapis 1993

martedì 21 maggio 2019

Bitty McLean + Sly & Robbie Live in Paris March 2007

The Marcus King Band :: 3/8/19 :: The Capitol Theatre :: Full Show

lunedì 20 maggio 2019

The Hidalgos---Moe's Alley Santa Cruz CA---1 5 18---Emily

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Warren Haynes Presents The 24th Christmas Jam (2012)

Jimi Hendrix - San Jose Pop Festival 1969

Jimi Hendrix Rare

Jimi Hendrix Beat, Beat, Beat!'', Stadthalle, Offenbach (am Main), Hes...

domenica 19 maggio 2019

FERRARA: Zingaretti, “Dobbiamo fermare chi vuole distruggere l’Europa” ...




al minuto 1:00


giovedì 16 maggio 2019

Wall Of Voodoo - Mexican Radio

mercoledì 15 maggio 2019

IL GIRO DEL MONDO DI TARTARINI & MONETTI

sabato 11 maggio 2019

The Band - The Last Waltz - Full Concert - 11/25/76 - Winterland (OFFICIAL)

venerdì 10 maggio 2019

Monty Alexander - Calypso Lane

L. Boccherini: La Musica Notturna delle Strade di Madrid - Op. 30 n. 6 (...

giovedì 9 maggio 2019

Monty Alexander - Calypso Lane

venerdì 3 maggio 2019

Jimi Hendrix live Hollywood Bowl September 14, 1968

mercoledì 1 maggio 2019

Flaco Jimenez and Dwayne Verheyden performing Lucerito De Mi Alma

lunedì 29 aprile 2019

JIMI HENDRIX "FILMORE EAST 1968"

domenica 28 aprile 2019

Intervista a Putin di Oliver Stone. Dialoghi in Italiano - prima e secon...

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venerdì 26 aprile 2019

Lucio Manisco

http://www.luciomanisco.eu/articoli/2019/ASSANGE.html

mercoledì 24 aprile 2019

RadioRadicale - Barbara Balzerani

https://www.radioradicale.it/scheda/327867


A partire dal suo ultimo libro "Cronaca di un'attesa" (Ed. DeriveApprodi) 
racconto dell'ultimo anno trascorso dall'autrice in libertà condizionale prima del fine pena. 

Conversazione con Barbara Balzerani sulla pubblicazione del suo ultimo libro realizzata da Francesco De Leo e Massimo Bordin con Barbara Balzerani (già dirigente delle Brigate Rosse).

L'intervista è stata registrata mercoledì 18 maggio 2011 alle ore 12:45.

domenica 21 aprile 2019

Film sulle dittature militari latino-americane del XX secolo

https://it.wikipedia.org/wiki/Film_sulle_dittature_militari_latino-americane_del_XX_secolo

sabato 20 aprile 2019

10 RIVELAZIONI DI ASSANGE CHE HANNO CAMBIATO IL MODO DI VEDERE IL POTERE

http://misionverdad.com/TRAMA-GLOBAL/las-10-filtraciones-mas-importantes-de-wikileaks


 10 RIVELAZIONI DI ASSANGE CHE HANNO CAMBIATO IL MODO DI VEDERE IL POTERE

venerdì 19 aprile 2019

LA STORIA CHE CI RACCONTANO - Alessandro Barbero

mercoledì 17 aprile 2019

Los Super Seven "Teresa", STUDIO & LIVE

Los Lobos 2018 10 20 Tarrytown NY

martedì 16 aprile 2019

Los Lobos Live 4/14/19 from Sweetwater Music Hall

domenica 14 aprile 2019

RORY GALLAGHER - LIVE AT THE PISTOIA BLUES FESTIVAL, ITALY 1984

sabato 13 aprile 2019

Jimi Hendrix-Live N.Y. Cafe Au Go Go, Jimi Play The Blues 68

Jimi Hendrix - Live In Vancouver (09-07-1968)

lunedì 8 aprile 2019

The Allman Brothers Band - Full Concert - 04/20/79 - Capitol Theatre (OF...

martedì 2 aprile 2019

Davigo sull'immigrazione

https://www.youtube.com/watch?v=bYu14rK77fA


Venezuela: le agghiaccianti dichiarazioni di William Rivington

lunedì 1 aprile 2019

Dr. Daniele Ganser: L’Italia: Protettorato degli Stati Uniti (Bologna 12...

In Italia violare la legge conviene. DAVIGO !!!

sabato 30 marzo 2019

Derek Trucks & S.Tedeschi Band with Warren Haynes

Bob Marley and the Wailers - Full Concert - 11/30/79 - Oakland Auditoriu...

Jimi Hendrix - Munster, Germany 14, 01, 1969

mercoledì 27 marzo 2019

Copa do Mundo FIFA México 1970 (filme oficial)

lunedì 25 marzo 2019

Clayton-Hamilton Jazz Orchestra feat. Milt Jackson - Umbria Jazz 1999

1993 Wynton Marsalis Umbria jazz

Pino Daniele - Umbria Jazz 1992

Pino Daniele - Umbria Jazz 1992

sabato 23 marzo 2019

Angelina Jolie Venditti - 1991

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/05/26/news/la_jolie_inedita_ai_mosaic_video_music_award_di_avenna-140564570/?refresh_ce

venerdì 22 marzo 2019

The Soul Rebels with Gov't Mule "Eminence Front"

giovedì 21 marzo 2019

cultivar da marzo

http://www.enjoint.info/capitolo-1/

lunedì 18 marzo 2019

Alessandro Barbero racconta la Resistenza italiana

giovedì 14 marzo 2019

Fine della lotta armata in Italia

mercoledì 13 marzo 2019

Panasonic Lumix DMC-FZ1000 - Vorstellung (Deutsche Version)

lunedì 11 marzo 2019

john denver play for lovers

john denver play for lovers

https://hotmovs.com/videos/4354441/hobbynutte-bianca-make-luisa/

mercoledì 6 marzo 2019

Manos de artesano - Textiles. Teotitlán del Valle, Oaxaca (13/09/2012)

"On Your Way Down" - Gov't Mule - Deepest End

martedì 5 marzo 2019

map of genetic human

http://admixturemap.paintmychromosomes.com/

domenica 3 marzo 2019

Gov't Mule - "1983... / No Quarter / 1983..." - Mountain Jam 2013

domenica 24 febbraio 2019

LINK NUOVI

https://consortiumnews.com/

https://www.globalresearch.ca/selected-articles-venezuela-international-solidarity-against-us-coup/5666530?utm_campaign=magnet&utm_source=article_page&utm_medium=related_articles



https://skyvector.com/?layers_on=jeta


https://www.openstreetmap.org/#map=12/44.8191/11.6073


http://www.artcyclopedia.com/artists/modotti_tina.html


https://www.wikihow.it/Bloccare-l%27Accesso-a-una-Cartella-Utilizzando-un-File-Batch


giovedì 21 febbraio 2019

https://www.cinquantamila.it/

https://www.cinquantamila.it/

mercoledì 20 febbraio 2019

Jan 1929 - Street Scenes in Naples, Italy (real sound)

Licencia de POR VIDA para Eset Nod32 12,11 | Licencia gratis | License K...

Eric Clapton & Sherly Crow - The Armani Party (Full Album)

martedì 19 febbraio 2019

Born to Rock (1967 1975) Video r

Gratteri attacca Minniti: 'Su mafie e immigrazione ha fallito'

lunedì 18 febbraio 2019

Spal 1-4 Fiorentina | Entusiasmante vittoria viola in rimonta: 3 gol neg...

sabato 16 febbraio 2019

VARIOUS - The Blues Project (Full album)(Vinyl)

NostraAmerica

https://nostramerica.wordpress.com/

venerdì 15 febbraio 2019

MANUALE-di-MOVIE-MAKER

http://www.gentileschi.it/fichi/wp-content/uploads/2018/02/MANUALE-di-MOVIE-MAKER-cinzia.pdf

Come creare video gratis con filmati, foto e musica con Movie Maker

"Quelle Antenne sui Tetti" Documentario integrale

giovedì 14 febbraio 2019

the storm that swept mexico

martedì 12 febbraio 2019

Nov 1929 - Street Scenes in Jerusalem (real sound)

FZ 1000 oltre 29-59

https://tips.navas.us/2018/03/fz1000-no-limit-video.html?fbclid=IwAR1LY6s3T3sn5mVdYL_gc9-NM5hZfAvBFhMW3DKY75hea23tsEEenQ2PVJs

lunedì 11 febbraio 2019

Panasonic Lumix HACK ! | G6 | G70 | GX7 | GX8 | GH3 | FZ1000 | LX100 an...

sabato 9 febbraio 2019

Eisenhower WRC-TV 1958 (oldest known colour videotaping)

mercoledì 6 febbraio 2019

Bracconaggio sul Delta del Po

martedì 5 febbraio 2019

Yamma Ensemble - King David. subtitles

First Television Broadcast NBC/RCA July 7, 1936 Part 1 of 2

1928-1929: Early Sound Footage of Havana, Cuba

sabato 2 febbraio 2019

In memoria di Richard C. Sarafian e di Punto Zero

In memoria di Richard C. Sarafian e di Punto Zero

martedì 29 gennaio 2019

Gov't Mule 12-31-18 Full Audio Concert Beacon Theater NY, NY

ERIC CLAPTON From The Cradle 1994

domenica 27 gennaio 2019

Parma 2-3 SPAL | Il favoloso gol di Mohamed Fares porta alla vittoria! |...

sabato 19 gennaio 2019

Bert Jansch - 60th Birthday Concert (full video)

venerdì 18 gennaio 2019

Ma perché mai dovrebbero estradare Battisti se non ci sono le prove?

20120413 La7 Cesare Battisti preenta il suo libro ai piedi del Muro

Cesare Battisti. Ce film n'est pas un documentaire.

martedì 15 gennaio 2019

La domenica delle iene e degli sciacalli

http://www.osservatoriorepressione.info/la-domenica-delle-iene-dei-sciacalli/




È spaventoso il riflesso condizionato, la reazione di massa che ha accolto l’arresto di Cesare Battisti, accusato e condannato in contumacia per fatti di terrorismo dei primi anni ottanta. Neanche una sfumatura, neanche un distinguo, un dubbio: dagli invasati della vendetta a tutte le forze politiche che siedono sugli scranni del Parlamento ai giornali e Tv è stato un coro unanime di sdegno e condanna
Mai nella storia della Repubblica italiana c’è stato un così grande e prolungato impegno dei governanti per arrestare una persona. A tale scopo, negli ultimi anni, è stato ingigantito artificialmente il ruolo che Battisti avrebbe avuto nei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) e si è volutamente taciuto che nei relativi processi contro tale organizzazione fu condannato in contumacia, quindi senza alcuna possibilità di difendersi, sulla base di vaghe ipotesi accusatorie lanciate da un “pentito” (omicida reo confesso) e rese possibili dalle leggi politiche e antigiuridiche dell’Emergenza.
Leggi che da una lato aumentavano di un terzo le pene rispetto a quelle previste dal codice penale per chi, fra le migliaia di inquisiti per “banda armata” e “associazione sovversiva”, non scaricava le proprie responsabilità su altri e neanche accettava di pronunciare dichiarazioni di abiura; mentre dal altro concedevano grossi sconti di pena a “pentiti” e a “dissociati”.
L’impressione che abbiamo è che il paese abbia finalmente trovato un obiettivo “unico” che tenga insieme tutti i forcaiolismi. E che nel rogo per Cesare Battisti trovi un sollievo per le proprie ansie, un armistizio per la lunghissima guerra di fazioni.
Riproponiamo un articolo tratto da Carmilla on line FAQ sul caso Battisti e una riflessione di di Giorgio Agamben, uscito sul manifesto del 23 dicembre 1997.

Le FAQ (Frequently Asked Questions) su Cesare Battisti da Carmilla
Ripubblichiamo quindi, in versione aggiornata agli eventi, le FAQ su Cesare Battisti già proposte un anno fa. Crediamo che non vi sia una sola riga contestabile, e che la loro lettura faccia capire a chiunque sia dotato di sufficiente onestà intellettuale come la colpevolezza di Battisti sia ancora tutta da provare. Con l’occasione ringraziamo, per la prima volta pubblicamente, i tanti giornalisti che, pur appartenendo a testate partecipi del linciaggio di Battisti, ci hanno aiutato nella ricerca della verità.
Perché Cesare Battisti fu arrestato, nel 1979?
Fu arrestato nell’ambito delle retate che colpirono il Collettivo Autonomo della Barona (un quartiere di Milano), dopo che, il 16 febbraio 1979, venne ucciso il gioielliere Luigi Pietro Torregiani.
Perché il gioielliere Torregiani fu assassinato?
Perché, il 22 gennaio 1979, assieme a un conoscente anche lui armato, aveva ucciso Orazio Daidone: uno dei due rapinatori che avevano preso d’assalto il ristorante Il Transatlantico in cui cenava in folta compagnia. Un cliente, Vincenzo Consoli, morì nella sparatoria, un altro rimase ferito. Chi uccise Torregiani intendeva colpire quanti, in quel periodo, tendevano a “farsi giustizia da soli”.
Cesare Battisti partecipò all’assalto al Transatlantico?
No. Nessuno ha mai asserito questo. Si trattò di un episodio di delinquenza comune.
Cesare Battisti partecipò all’uccisione di Torregiani?
No. Anche questa circostanza — affermata in un primo tempo — venne poi totalmente esclusa. Altrimenti sarebbe stato impossibile coinvolgerlo, come poi avvenne, nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, avvenuta in provincia di Udine lo stesso 16 febbraio 1979, quasi alla stessa ora.
Eppure è stato fatto capire che Cesare Battisti abbia ferito uno dei figli adottivi di Torregiani, Alberto, rimasto poi paraplegico.
E’ assodato che Alberto Torregiani fu ferito per errore dal padre, nello scontro a fuoco con gli attentatori.
Perché dunque Cesare Battisti viene collegato all’omicidio Torregiani?
Perché, per sua stessa ammissione, faceva parte del gruppo che rivendicò l’attentato, i Proletari Armati per il Comunismo. Lo stesso gruppo che rivendicò l’attentato Sabbadin.
Cos’erano i Proletari Armati per il Comunismo (PAC)?
Uno dei molti gruppi armati scaturiti, verso la fine degli anni ’70, dal movimento detto dell’Autonomia Operaia, e dediti a quella che chiamavano “illegalità diffusa”: dagli “espropri” (banche, supermercati) alle rappresaglie contro le aziende che organizzavano lavoro nero, fino, più raramente, a ferimenti e omicidi.
I PAC somigliavano alle Brigate Rosse?
No. Come tutti i gruppi autonomi non puntavano né alla costruzione di un nuovo partito comunista, né a un rovesciamento immediato del potere. Cercavano piuttosto di assumere il controllo del territorio, spostandovi i rapporti di forza a favore delle classi subalterne, e in particolare delle loro componenti giovanili. Questo progetto, comunque lo si giudichi (certamente non ha funzionato), non collimava con quello delle BR.
Il magistrato Spataro, tra i PM del processo Torregiani, ha detto di recente che gli aderenti ai PAC non superavano la trentina.
Ha cattiva memoria. Gli indagati per appartenenza ai PAC furono almeno 60. La componente maggiore era rappresentata da giovani operai. Seguivano disoccupati e insegnanti. Gli studenti erano tre soltanto.
30 o 60 fa poca differenza.
Ne fa, invece. Cambiano le probabilità di partecipazione alle scelte generali dell’organizzazione, e anche alle azioni da questa progettate. Teniamo presente che, se le rapine attribuite ai PAC sono decine, gli omicidi sono quattro. La partecipazione diretta a uno di questi diviene molto meno probabile, se si raddoppia il numero degli effettivi.
Cesare Battisti era il capo dei PAC, o uno dei capi?
No. Questa è una pura invenzione giornalistica, creata negli ultimi mesi. Né gli atti del processo, né altri elementi inducono a considerarlo uno dei capi. Del resto, non aveva un passato tale da permettergli di ricoprire un ruolo del genere. Era un militante tra i tanti.
In sede processuale Battisti fu però giudicato tra gli “organizzatori” dell’omicidio Torregiani.
In via deduttiva. Avrebbe partecipato a riunioni in cui si era discusso del possibile attentato, senza esprimere parere contrario. Solo con l’entrata in scena del pentito Mutti — dopo che Battisti, condannato a dodici anni e mezzo, era evaso dal carcere e fuggito in Messico — l’accusa si precisò, ma ancora una volta per via deduttiva. Poiché Battisti era accusato da Mutti di avere svolto ruoli di copertura nell’omicidio Sabbadin, e poiché gli attentati Torregiani e Sabbadin erano chiaramente ispirati a una stessa strategia (colpire i negozianti che uccidevano i rapinatori), ecco che Battisti doveva essere per forza di cose tra gli “organizzatori” dell’agguato a Torregiani, pur senza avervi partecipato di persona.
Eppure, di tutti i crimini attribuiti a Battisti, quello cui si dà più rilievo è proprio il caso Torregiani.
Forse si prestava più degli altri a un uso “spettacolare” (si veda l’impiego ricorrente di Alberto Torregiani, non sempre pronto, per motivi anche comprensibili, a rivelare chi lo ferì). O forse — viste certe proposte recenti del ministro Castelli, in tema di autodifesa da parte dei negozianti — era l’episodio meglio capace di fare vibrare certe corde nell’elettorato di riferimento.
Comunque, chi difende Battisti ha spesso giocato la carta della “simultaneità” tra il delitto Torregiani e quello Sabbadin, mentre Battisti è stato accusato di avere “organizzato” il primo ed “eseguito” il secondo.
Ciò si deve all’ambiguità stessa della prima richiesta di estradizione di Battisti (1991), alle informazioni contraddittorie fornite dai giornali (numero e qualità dei delitti variavano da testata a testata), al silenzio di chi sapeva. Non dimentichiamo che Armando Spataro ha cominciato a fornire dettagli — per meglio dire, un certo numero di dettagli — solo quando ha visto che la campagna a favore di Cesare Battisti rischiava di rimettere in discussione il modo in cui lui e gli altri magistrati coinvolti (Corrado Carnevali, Pietro Forno, ecc.) avevano condotto istruttoria e processo. Non dimentichiamo nemmeno che il governo italiano ha ritenuto di sottoporre ai magistrati francesi, alla vigilia della seduta che doveva decidere della nuova domanda di estradizione di Cesare Battisti, 800 pagine di documenti. E’ facile arguire che giudicava lacunosa la documentazione prodotta fino a quel momento. A maggior ragione, essa presentava lacune per chi intendeva impedire che Battisti fosse estradato.
In tutti i casi, quello a Cesare Battisti e agli altri accusati del delitto Torregiani fu un processo regolare.
No, non lo fu, e dimostrarlo è piuttosto semplice.
Perché il processo Torregiani, poi allargato all’intera vicenda dei PAC, non fu regolare?
Precisiamo: non fu regolare se non nel quadro delle distorsioni della legalità introdotte dalla cosiddetta “emergenza”. Sotto il profilo del diritto generale, il processo fu viziato da almeno tre elementi: il ricorso alla tortura per estorcere confessioni in fase istruttoria, l’uso di testimoni minorenni o con turbe mentali, la moltiplicazione dei capi d’accusa in base alle dichiarazioni di un pentito di incerta attendibilità. Più altri elementi minori.
I magistrati torturarono gli arrestati?
No. Fu la polizia a torturarli. Vi furono ben tredici denunce: otto provenienti da imputati, cinque da loro parenti. Non un fatto inedito, ma certo fino a quel momento insolito, in un’istruttoria di quel tipo. I magistrati si limitarono a ricevere le denunce, per poi archiviarle.
Forse le archiviarono perché non si era trattato di vere torture, ma di semplici pressioni un po’ forti sugli imputati.
Uno dei casi denunciati più di frequente fu quello dell’obbligo di ingurgitare acqua versata nella gola dell’interrogato, a tutta pressione, tramite un tubo, mentre un agente lo colpiva a ginocchiate nello stomaco. Tutti denunciarono poi di essere stati fatti spogliare, avvolti in coperte perché non rimanessero segni e poi percossi a pugni o con bastoni. Talora legati a un tavolo o a una panca.
Se i magistrati non diedero seguito alle denunce, forse fu perché non c’erano prove che tutto ciò fosse realmente accaduto.
Infatti il sostituto procuratore Alfonso Marra, incaricato di riferire al giudice istruttore Maurizio Grigo, dopo avere derubricato i reati commessi dagli agenti della Digos da “lesioni” a “percosse” per assenza di segni permanenti sul corpo (in Italia non esisteva il reato di tortura, e non esiste nemmeno ora, grazie al ministro Castelli e al suo partito), concludeva che la stessa imputazione di percosse non poteva avere seguito, visto che gli agenti, unici testimoni, non confermavano. Dal canto proprio il PM Corrado Carnevali, titolare del processo Torregiani, insinuò che le denunce di torture fossero un sistema adottato dagli accusati per delegittimare l’intera inchiesta.
Nulla ci dice che il PM Carnevali avesse torto.
Almeno un episodio non collima con la sua tesi. Il 25 febbraio 1979 l’imputato Sisinio Bitti denunciò al sostituto procuratore Armando Spataro le torture subite e ritrattò le confessioni rese durante l’interrogatorio. Tra l’altro, raccontò che un poliziotto, nel percuoterlo con un bastone, lo aveva incitato a denunciare un certo Angelo; al che lui aveva denunciato l’unico Angelo che conosceva, tale Angelo Franco. La ritrattazione di Bitti non fu creduta, e Angelo Franco, un operaio, fu arrestato quale partecipante all’attentato Torregiani. Solo che pochi giorni dopo lo si dovette rilasciare: non poteva in alcun modo avere preso parte all’agguato. Dunque la ritrattazione di Bitti era sincera, e dunque, con ogni probabilità, anche le violenze con cui la falsa confessione gli era stata estorta.
Anche ammesso il ricorso alle sevizie in fase istruttoria, ciò non assolve Cesare Battisti.
No, però dà l’idea del tipo di processo in cui fu implicato. Definirlo “regolare” è a dir poco discutibile. Tra i testi a carico di alcuni imputati figurarono anche una ragazzina di quindici anni, Rita Vitrani, indotta a deporre contro lo zio; finché le contraddizioni e le ingenuità in cui incorse non fecero capire che era psicolabile (“ai limiti dell’imbecillità”, dichiararono i periti). Figurò anche un altro teste, Walter Andreatta, che presto cadde in stato confusionale e fu definito “squilibrato” e vittima di crisi depressive gravi dagli stessi periti del tribunale.
Pur ammettendo il quadro precario dell’inchiesta, c’è da considerare che Cesare Battisti rinunciò a difendersi. Quasi un’ammissione di colpevolezza, anche se, prima di tacere, si proclamò innocente.
Può sembrare così oggi, ma non allora. Anzi, è vero il contrario. A quel tempo, i militanti dei gruppi armati catturati si proclamavano prigionieri politici, e rinunciavano alla difesa perché non riconoscevano la “giustizia borghese”. Battisti vi rinunciò perché disse di dubitare dell’equità del processo.
Tralasciate violenze e testimonianze poco attendibili in fase istruttoria, il processo fu però condotto a conclusione con equità.
Non proprio. Accusati minori furono colpiti con pene spropositate. Il già citato Bitti, riconosciuto innocente di ogni delitto, fu ugualmente condannato a tre anni e mezzo di prigione per essere stato udito approvare, in luogo pubblico, l’attentato a Torregiani. Era scattato il cosiddetto “concorso morale” in omicidio, direttamente ispirato alle procedure dell’Inquisizione. Il già citato Angelo Franco, pochi giorni dopo il rilascio, fu arrestato nuovamente, questa volta per associazione sovversiva, e condannato a cinque anni. Ciò in assenza di altri reati, solo perché era un frequentatore del collettivo autonomo.
Secondo Luciano Violante, una certa “durezza” era indispensabile a spegnere il terrorismo. E Armando Spataro sostiene che, a questo fine, l’aggravante delle “finalità terroristiche”, che raddoppiava le pene, si rivelò un’arma decisiva.
Spezzò anche le vite di molti giovani, arrestati con imputazioni destinate ad aggravarsi in maniera esponenziale nel corso della detenzione, pur in assenza di fatti di sangue.
Ciò non vale per Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per avere partecipato a due omicidi ed eseguito altri due.
Al termine del processo di primo grado Battisti, arrestato in origine per imputazioni minori, si trovò condannato a dodici anni e mezzo di prigione. Le condanne all’ergastolo giunsero cinque anni dopo la sua evasione dal carcere. Ma qui è tempo di parlare dei “pentiti” e, soprattutto, dell’unico pentito che lo accusò. Per poi entrare nel merito degli altri tre delitti.
Vediamo di capire che cos’è un “pentito”.
Se ci riferiamo ai gruppi di estrema sinistra, vengono così chiamati quei detenuti per reati connessi ad associazioni armate che, in cambio di consistenti sconti di pena, rinnegano la loro esperienza e accettano di denunciare i compagni, contribuendo al loro arresto e allo smantellamento dell’organizzazione. Di fatto una figura del genere esisteva già alla fine degli anni ’70, ma entra stabilmente nell’ordinamento giuridico prima con la “legge Cossiga” 6.2.1980 n. 15, poi con la “legge sui pentiti” 29.5.1982 n. 304. Manifesta i pericoli insiti nel suo meccanismo sia prima che dopo questa data.
Quali sarebbero i “pericoli”?
La logica della norma faceva sì che il “pentito” potesse contare su riduzioni di pena tanto più elevate quante più persone denunciava; per cui, esaurita la riserva delle informazioni in suo possesso, era spinto ad attingere alle presunzioni e alle voci raccolte qui e là. Per di più, la retroattività della legge incitava a delazioni indiscriminate anche a distanza di molti anni dai fatti, quando ormai erano impossibili riscontri materiali.
Esistono esempi di questi effetti perversi?
Il caso più clamoroso fu quello di Carlo Fioroni, che, minacciato di ergastolo per il sequestro a fini di riscatto di un amico, deceduto nel corso del rapimento, accusò di complicità Toni Negri, Oreste Scalzone e altre personalità dell’organizzazione Potere Operaio, sgravandosi della condanna. Ma anche altri pentiti, quali Marco Barbone (oggi collaboratore di quotidiani di destra), Antonio Savasta, Pietro Mutti ecc. seguitarono per anni a spremere la memoria e a distillare nomi. Ogni denuncia era seguita da arresti, tanto che la detenzione diventò arma di pressione per ottenere ulteriori pentimenti. Purtroppo ciò destò scandalo solo in un secondo tempo, quando la logica del pentitismo, applicata al campo della criminalità comune, provocò il caso Tortora e altri meno noti.
Pietro Mutti fu l’accusatore principale di Cesare Battisti. Chi era?
Figurò tra gli imputati del processo Torregiani, sebbene latitante, e l’accusa chiese per lui otto anni di prigione. Fu catturato nel 1982 (dopo che Battisti era già evaso), a seguito della fuga dal carcere di Rovigo, il 4 gennaio di quell’anno, di alcuni militanti di Prima Linea. Mutti fu accusato di essere tra gli organizzatori dell’evasione.
Di quali delitti Mutti, una volta pentito, accusò Battisti?
Tralasciando reati minori, per tre omicidi. Battisti (con una complice) avrebbe direttamente assassinato, il 6 giugno 1978, il maresciallo degli agenti di custodia del carcere di Udine Antonio Santoro, che i PAC accusavano di maltrattamenti ai detenuti. Avrebbe direttamente assassinato a Milano, il 19 aprile 1979, l’agente della Digos Andrea Campagna, che aveva partecipato ai primi arresti legati al caso Torregiani. Tra i due delitti avrebbe partecipato, senza sparare direttamente ma comunque con ruoli di copertura, al già citato omicidio del macellaio Lino Sabbadin di Santa Maria di Sala.
L’omicidio Sabbadin è quello di cui più si è parlato. In un’intervista al gruppo di estrema destra francese Bloc Identitaire, il figlio di Lino Sabbadin, Adriano, ha dichiarato che gli assassini del padre sarebbero stati i complici del rapinatore da questi ucciso.
O la sua risposta è stata male interpretata, o ha dichiarato cosa che non risulta da alcun atto. Meglio tralasciare le dichiarazioni dei congiunti delle vittime, la cui funzione, nel corso della canea contro Battisti, è stata essenzialmente spettacolare.
Cesare Battisti è colpevole o innocente dei tre omicidi di cui lo accusò Mutti?
Lui si dice innocente, anche se si fa carico della scelta sbagliata in direzione della violenza che, in quegli anni, coinvolse lui e tanti altri giovani. Qui però non è questione di stabilire l’innocenza o meno di Battisti. E’ invece questione di vedere se la sua colpevolezza fu mai veramente provata, nonché di verificare, a tal fine, se l’iter processuale che condusse alla sua condanna possa essere giudicato corretto. In caso contrario, non si spiegherebbe l’accanimento con cui il governo italiano, con il sostegno anche di nomi illustri dell’opposizione, ha cercato di farsi riconsegnare Battisti dalla Francia.
A parte le denunce di Mutti, emersero altre prove a carico di Battisti, per i delitti Santoro, Sabbadin (sia pure in ruolo di copertura) e Campagna?
No. Quando oggi i magistrati parlano di “prove”, si riferiscono all’incrocio da loro effettuato tra le dichiarazioni di un pentito (nel nostro caso Mutti) e gli indizi indirettamente forniti dai “dissociati”.
Cosa si intende per “dissociato”?
Chi prenda le distanze dall’organizzazione armata cui apparteneva e confessi reati e circostanze che lo riguardino, senza però accusare altri. Ciò comporta uno sconto di pena, anche se ovviamente inferiore a quello di un pentito.
In che senso un dissociato può fornire indirettamente indizi?
Per esempio se afferma di non avere partecipato a una riunione perché contrario a una certa azione che lì veniva progettata, pur senza dire chi c’era. Se nel frattempo un pentito ha detto che X partecipò a quella riunione, ecco che X figura automaticamente tra gli organizzatori.
Cosa c’è che non va, in questa logica?
C’è che sia la denuncia diretta del pentito, che l’indizio fornito dal dissociato, provengono da soggetti allettati dalla promessa di un alleggerimento della propria detenzione. La loro lettura congiunta, se mancano i riscontri, è effettuata dal magistrato che la sceglie tra varie possibili. Inoltre è comunque il pentito, cioè colui che ha incentivi maggiori, a essere determinante. Tutto ciò in altri paesi (non totalitari) sarebbe ammesso in fase istruttoria, e in fase dibattimentale per il confronto con l’accusato. Non sarebbe mai accettato con valore probatorio in fase di giudizio. In Italia sì.
Nel caso di Battisti mancano altri riscontri?
Vi sono solo dei riconoscimenti di testi che lo stesso magistrato Armando Spataro ha definito poco significativi. Espressione a dir poco “benigna”. Nel caso dell’agente Campagna, i testi indicarono due autori dell’attentato: una donna e un uomo barbuto alto 1,90. Il pentito Mutti fornì i nomi per identificarli. Ebbene, Battisti è di bassa statura (e all’epoca non portava la barba, anche se naturalmente poteva averne una falsa). La “complice” accusata da Mutti fu completamente prosciolta nel 1994, per non avere commesso il fatto.
Ma il pentito Pietro Mutti non può essere ritenuto credibile? Vi sono motivi per asserire che sia mai caduto nel meccanismo “Quanto più confesso, tanto meno resto in prigione”?
Sì. Le denunce di Pietro Mutti non riguardarono solo Battisti e i PAC, ma furono a 360 gradi, e si indirizzarono nelle direzioni più svariate. La più clamorosa riguardò l’OLP di Yasser Arafat, che avrebbe rifornito di armi le Brigate Rosse. In particolare, elencò Mutti, “tre fucili AK47, 20 granate a mano, due mitragliatrici FAL, tre revolver, una carabina per cecchini, 30 chilogrammi di esplosivo e 10.000 detonatori” (mica tanto, a ben vedere, a parte il numero incongruo dei detonatori; mancava solo che Arafat consegnasse una pistola ad aria compressa). Il procuratore Carlo Mastelloni poté, sulla base di questa preziosa rivelazione, aggiungere un fascicolo alla sua “inchiesta veneta” sui rapporti tra terroristi italiani e palestinesi, e chiamò persino in giudizio Yasser Arafat. Poi dovette archiviare il tutto, perché Arafat non venne e il resto si sgonfiò.
Ciò ha a che vedere con le armi, provenienti dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, mercanteggiate nel 1979 da tale Maurizio Follini, che Armando Spataro dice essere stato militante dei PAC?
Questo Follini era mercante d’armi e, secondo alcuni, spia sovietica. Fu tirato in ballo da Mutti, ma in relazione ad altri gruppi. Conviene stendere un velo pietoso. Dopo avere notato, però, quanto le rivelazioni di Mutti tendessero al delirio.
Mutti non sarà attendibile per altre inchieste, ma nulla ci garantisce che, almeno sui PAC, non dicesse la verità.
Ho già detto che nel 1994 la Cassazione mandò assolta una coimputata di Battisti, anche lei denunciata da Mutti per il delitto Campagna. Parlo del 1994. Per dieci anni la magistratura aveva creduto, a suo riguardo, alle accuse del pentito. Ciò dovrebbe commentarsi da solo. Ma c’è da aggiungere che molte volte, nel corso dei processi, Mutti addossò a Battisti colpe proprie o di propri amici, salvo essere costretto a ritrattare di fronte all’evidenza dei fatti.
Un esempio?
Il delitto Santoro, materialmente eseguito dallo stesso Mutti e da un complice di nome Giacomin (che confessò). Sulle prime, il pentito addossò a Battisti la responsabilità di avere sparato. Successivamente, messo alle strette, declassò la funzione di Battisti a quella di autista.
Armando Spataro parla di valide testimonianze a carico di Battisti.
E’ vero. Peccato che resti sul vago, e non sappia indicarne nemmeno una.
Anche ammesso che il processo che ha portato alla condanna di Cesare Battisti sia stato viziato da irregolarità e imperniato sulle deposizioni di un pentito poco credibile, è certo che Battisti ha potuto difendersi nei successivi gradi di giudizio.
Non è così, almeno per quanto riguarda il processo d’appello del 1986, che modificò la sentenza di primo grado e lo condannò all’ergastolo. Battisti era allora in Messico e ignaro di ciò che avveniva a suo danno in Italia.
Il magistrato Armando Spataro ha detto che, per quanto sfuggito di sua iniziativa alla giustizia italiana, Battisti poté difendersi in tutti i gradi di processo attraverso il legale da lui nominato.
Ciò è vero solo per il periodo in cui Battisti si trovava ormai in Francia, e dunque vale essenzialmente per il processo di Cassazione che ebbe luogo nel 1991. Non vale per il processo del 1986, che sfociò nella sentenza della Corte d’Appello di Milano del 24 giugno di quell’anno. A quel tempo Battisti non aveva contatti né col legale, pagato dai familiari, né con i familiari stessi. E’ stato provato che, circa la nomina del difensore, lasciò mandati in bianco, poi compilati da altri.
Questo lo dice lui.
Be’, lo dice anche l’avvocato Giuseppe Pelazza di Milano, che si assunse la difesa, e lo dicono i familiari. Ma certamente si tratta di testimonianze di parte. Resta il fatto che Battisti non ebbe alcun confronto con il pentito Mutti che lo accusava. Si era sottratto al carcere, d’accordo; però il dato oggettivo è che non poté intervenire in un procedimento che commutava la sua condanna da dodici anni di prigione in due ergastoli, e gli attribuiva l’esecuzione di due omicidi, la partecipazione a svariato titolo ad altri due, alcuni ferimenti e una sessantina di rapine (cioè l’intera attività dei PAC). Questo era ed è ammissibile per la legge italiana, ma non per la legislazione di altri paesi che, pur prevedendo la condanna in contumacia, impone la ripetizione del processo qualora il contumace sia catturato.
Riferisce Armando Spataro che la Corte dei Diritti umani di Strasburgo ha giudicato garantito l’imputato nella prassi italiana del processo in contumacia.
Vero. Ma il magistrato Spataro si riferisce a una sola sentenza, e dimentica tutte quelle in cui la stessa Corte ha raccomandato all’Italia di adeguarsi alle norme vigenti nel resto d’Europa in tema di contumacia. D’altra parte è giurisprudenza costante della Corte dei Diritti umani ritenere legittimo il processo in contumacia solo se l’imputato è stato portato a conoscenza del procedimento a suo carico. Ciò nel caso di Cesare Battisti non è dimostrabile. E non basta nemmeno che il suo avvocato sia stato avvisato. Secondo l’art. 42 del codice di deontologia della Corte di Strasburgo, l’avvocato rappresenta effettivamente il cliente solo se 1) il primo si conforma alle decisioni del secondo circa le finalità del mandato a rappresentarlo; 2) l’avvocato si consulta col cliente circa i modi per perseguire tali finalità. Il punto 2), per quanto riguarda il processo d’appello del 1986, non è sicuramente stato applicato, e anche il punto 1) è dubbio. Nulla dimostra che Battisti abbia avuto notizia del processo che lo riguardava, e gli elementi esistenti tendono a provare il contrario.
Questi sono cavilli che non dimostrano nulla, e che dimenticano la sostanza della questione seppellendola sotto forme giuridiche.
Ma Battisti non è tenuto a provare niente! L’onere della prova spetta a chi lo accusa. Quanto alla sostanza della questione, vediamo di ricapitolarla: 1) un’istruttoria che nasce da confessioni estorte con metodi violenti; 2) una serie di testimonianze di elementi incapaci per età o facoltà mentali; 3) una sentenza esageratamente severa; 4) un aggravio della stessa sentenza dovuta all’apparizione tardiva di un “pentito” che snocciola accuse via via più gravi e generalizzate, cadendo in infinite contraddizioni. Il tutto nel quadro di una normativa inasprita e finalizzata al rapido soffocamento di un sommovimento sociale di largo respiro, più ampio delle singole posizioni.
Inutile menare il can per l’aia. Cesare Battisti non ha mai manifestato pentimento.
Il diritto moderno — l’ho già detto – reprime i comportamenti illeciti e ignora le coscienze individuali. Reclamare un pentimento qualsiasi era tipico di Torquemada o di Vishinskij.
Battisti ha persino esultato quando è stato liberato.
Non è un comportamento così bizzarro. Figurarsi come si può esultare all’uscita da una prigione, e per il rinvio di una trasferta forzata verso il carcere a vita. Ne sa qualcosa Paolo Persichetti, che da quando è stato estradato viene sbattuto da un penitenziario all’altro, e inizialmente si è visto persino negare gli strumenti per scrivere.
Non si può liquidare così, in una battuta, un problema più complesso.
Esatto. Non si può liquidare così il problema più generale dell’uscita, una buona volta, dal regime dell’emergenza, con le aberrazioni giuridiche che ha introdotto nell’ordinamento italiano.
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Cattive memorie di Giorgio Agamben
La classe politica italiana rifiutando l’ipotesi dell’amnistia per i reati degli anni di piombo si condanna al risentimento: ciò che dovrebbe essere oggetto di indagine storica viene trattato come un problema politico di oggi.
Come molte categorie e istituzioni delle democrazie moderne, anche l’amnistia risale alla democrazia ateniese. Nel 403 avanti Cristo, infatti, dopo aver abbattuto la sanguinosa oligarchia dei Trenta, il partito democratico vincitore prestò un giuramento in cui si impegnava a “deporre il risentimento” (me mnesikakein, letteralmente “non ricordare i mali, non aver cattivi ricordi”) nei confronti dei suoi avversari. Così facendo, i democratici riconoscevano che vi era stata una stasis, una guerra civile e che era ora necessario un momento di non-memoria, di “amnistia” per riconciliare la città. Malgrado l’opposizione dei più faziosi, che, come Lisia, esigevano la punizione dei Trenta, il giuramento fu efficace e gli ateniesi non dimenticarono l’accaduto, ma sospesero i loro “cattivi ricordi”, lasciarono cadere il risentimento. Non si trattava tanto, a ben guardare, di memoria e di dimenticanza, quanto di saper distinguere i momenti del loro esercizio.
Rimozioni
Perché oggi in Italia è così difficile parlare di amnistia? Perché la classe politica italiana, a tanti anni di distanza dagli anni di piombo, continua a vivere nel risentimento, a mnesikakein? Che cosa impedisce al paese di liberarsi dai suoi “cattivi ricordi”? Le ragioni di questo disagio sono complesse, ma credo si possa rischiare una risposta.
La classe politica italiana, salvo alcune eccezioni, non ha mai ammesso apertamente che vi sia stata in Italia qualcosa come una guerra civile, né ha concesso che il conflitto degli “anni di piombo” avesse un carattere genuinamente politico. I delitti che sono stati commessi in quegli anni erano quindi e restano reati comuni. Questa tesi, certamente discutibile sul piano storico, sarebbe, tuttavia, pur sempre legittima se non fosse smentita da una contraddizione evidente. Poiché, per reprimere quei reati comuni, quella stessa classe politica ha fatto ricorso a una serie di leggi eccezionali che limitavano gravemente le libertà costituzionali e introducevano nell’ordinamento giuridico principi che erano sempre stati considerati a esso estranei. Quasi tutti coloro che sono stati condannati, sono stati inquisiti e processati in base a quelle leggi speciali. Ma la cosa più incredibile è che quelle leggi sono tuttora in vigore e gettano un’ombra sinistra sulla vita delle nostre istituzioni democratiche. Noi viviamo in un paese che si pretende “normale”, nel quale chiunque ospiti in casa propria un amico senza denunciarne la presenza alla polizia è passibile di gravi sanzioni penali.
Lo stato di eccezione larvato in cui il paese vive da quasi vent’anni (ora 40, ndr) a così profondamente corrotto la coscienza civile degli italiani, che, invece di protestare e resistere, essi preferiscono contare sull’inerzia della polizia e sull’omertà dei vicini. Sia lecito ricordare – senza voler con questo stabilire nient’altro che un’analogia formale – che la Verordnung zum Schutz von Volk und Staat, emanato dal governo nazista il 28 febbraio 1933, che sospendeva gli articoli della costituzione tedesca che concernevano la libertà personale, la libertà di riunione, l’inviolabilità del domicilio e il segreto epistolare e telefonico, restò in vigore fino alla fine del Terzo Reich, cioè per tredici anni; le nostre leggi eccezionali e le disposizioni di polizia con esse connesse hanno largamente superato questo limite.
Risentimento
Non sorprende, allora, che la nostra classe politica non possa pensare l’amnistia, non possa deporre i propri “cattivi ricordi”. Essa è condannata al risentimento, perché in Italia l’eccezione è veramente divenuta la regola e paese “normale” e paese eccezionale, storia passata e realtà presente sono diventati indiscernibili. Di conseguenza, ciò che dovrebbe essere oggetto di memoria e di indagine storica, viene trattato come un problema politico presente (autorizzando il mantenimento delle leggi speciali e della cultura dell’emergenza) e ciò che dovrebbe essere oggetto di una decisione politica (l’amnistia) viene invece trattato come un problema di memoria storica. L’incapacità di pensare che sembra oggi affliggere la classe politica italiana e, con essa, l’intero paese, dipende anche da questa maligna congiunzione di una cattiva dimenticanza e di una cattiva memoria, per cui si cerca di dimenticare quando si dovrebbe ricordare e si è costretti a ricordare quando si dovrebbe saper dimenticare. In ogni caso, amnistia e abrogazione delle leggi speciali sono le due facce di un’unica realtà e non potranno essere pensate se non insieme. Ma per questo sarà necessario che gli italiani riapprendano il buon uso della memoria e dell’oblio.