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sabato 13 dicembre 2025

Ferrara: Dal Quartiere di via Bologna all’Arginone - Puntata 4 -

venerdì 12 dicembre 2025

De Viaje con el Che Guevara, Dirección: Gianni Mina'

mercoledì 3 dicembre 2025

Renato Curcio, il responsabile di molti omicidi che non sparò mai un colpo

 Renato Curcio, il responsabile di molti omicidi che non sparò mai un colpo

Renato Curcio nasce a Monterotondo, vicino Roma, nel 1941, e cresce in un contesto familiare complesso, segnato dall’assenza del padre biologico, che abbandona la madre durante la gravidanza. L’adolescenza e la gioventù lo vedono vivere in diverse città (Roma, Albenga, Milano, Genova) e maturare inizialmente simpatie per le teorie di estrema destra, che lo portano a militare nella Giovane Europa, movimento di ispirazione neo fascista fondato in Belgio nel 1962 da Jean Thiriart.
Nel 1963 si trasferisce a Trento e si iscrive alla facoltà di Sociologia. Qui entra in contatto con il clima politico universitario dell’epoca. Conosce Margherita Cagol, che diventa sua compagna di studi e Mauro Rostagno, con il quale condivide un appartamento e fonda nel 1967 un gruppo (Università Negativa) per lo studio di testi che non fanno parte del programma universitario. È questa la fase in cui Curcio abbraccia decisamente l’ideologia marxista-leninista. Nel 1969 Curcio prima sposa Margherita Cagol e poi, con lei e altri componenti, fonda il CPM (Collettivo Politico Metropolitano, poi Sinistra Proletaria) uno dei tre nuclei che daranno vita alle Brigate Rosse.
Gli ultimi mesi del 1969 rappresentano uno snodo cruciale per lo sviluppo del terrorismo di sinistra che flagellerà il paese per diversi anni. Agli inizi novembre si tiene il convegno di Chiavari, al quale partecipano una settantina di componenti del CPM/Sinistra Proletaria, in cui Curcio è uno dei principali relatori e parla apertamente di lotta armata. Nel dicembre la strage di Piazza Fontana induce diversi esponenti, inizialmente perplessi sull’uso delle armi, a cambiare idea.
La decisione finale di passare alla lotta armata avviene un anno dopo, nell’estate 1970, nel corso del convegno di Pecorile. Renato Curcio è la figura teorica e organizzativa principale: scrive documenti, definisce linee strategiche e coordina i primi gruppi operativi. I primi obiettivi sono i dirigenti di alcune grandi industrie (Sit-Siemens, Pirelli, Alfa Romeo), la prima azione firmata “Brigate Rosse” e del 17 settembre 1970, quando viene incendiata l’auto di Giuseppe Leoni, un dirigente della Sit-Siemens.
Durante i primi anni Settanta le Brigate Rosse intensificano azioni, sequestri, attentati incendiari e ferimenti, entrando progressivamente nella clandestinità.
Nel 1972 viene costituito il primo comitato esecutivo delle BR con Curcio (ispiratore teorico), Franceschini (rappresentante della seconda anima delle BR, quella dell’eredità partigiana), Moretti (l’uomo della terza origine del movimento, quella operaia) e Morlacchi. Curcio vive in movimento continuo, alternandosi tra rifugi e riunioni segrete, mentre l’organizzazione si espande in tutto il Nord Italia.
A differenza di quasi tutti gli altri militanti, Curcio non è votato personalmente all’azione e non maneggia con padronanza le armi. Nei pochi anni in cui sarà in libertà non sparerà mai un colpo e continuerà a rivestire il ruolo di teorico e di organizzatore.
Nel 1974 viene arrestato a Pinerolo insieme a Franceschini grazie all’azione di Silvano Girotto (detto Frate mitra), che si finge interessato a collaborare con le BR.
Alcuni mesi dopo, nel febbraio 1975, viene liberato grazie a un'incredibile azione guidata da Margherita Cagol, che riesce ad entrare quasi indisturbata nel carcere di Casale Monferrato. La Cagol morirà a maggio dello stesso anno durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri a seguito del rapimento di Vittorio Vallarino Gancia.
La libertà di Renato Curcio però dura poco: viene nuovamente catturato a Milano nel gennaio 1976 insieme alla sua nuova compagna, Nadia Mantovani. Nel frattempo, con Franceschini in galera, l’organizzazione subisce una trasformazione interna e un progressivo irrigidimento strategico: le Brigate Rosse entrano nella loro fase più violenta e sanguinosa sotto la guida Mario Moretti, certamente il componente più “militarista” tra i leader del movimento.
Renato Curcio venne condannato a 30 anni per associazione sovversiva, banda armata, sequestri e omicidi compiuti dall’organizzazione durante il suo periodo di direzione. Il 10 maggio 1978, in uno dei frangenti più drammatici della storia della nostra repubblica, il processo dopo l’assassinio di Aldo Moro, Curcio, insieme ad altri militanti, si espresse così: “Ecco perché noi sosteniamo che l'atto di giustizia rivoluzionaria esercitato dalle Brigate Rosse nei confronti del criminale politico Aldo Moro, (...), è il più alto atto di umanità possibile per i proletari comunisti e rivoluzionari, in questa società divisa in classi”.
Dopo un tentativo (fallito) di Cossiga, allora Presidente della Repubblica, di concedergli la grazia nel 1991, Curcio ottenne la semilibertà nel 1993 e fu scarcerato definitivamente nel 1998, in anticipo sulla fine della pena.
Renato Curcio non si è mai dissociato né dichiarato pentito per le sue scelte e per le tragiche conseguenze che avevano generato.
Oggi si dedica principalmente alla scrittura, alla ricerca sociologica e a progetti editoriali, e una scia di polemiche accompagna le sue apparizione pubbliche per conferenze e presentazioni di libri.
Al di là delle opinioni, Renato Curcio resta certamente uno degli uomini che più hanno inciso sul periodo più tragico del nostro paese dopo la guerra.
Una notazione finale: molti continuano a considerare la nascita delle BR e della lotta armata di sinistra essenzialmente e principalmente come una reazione alla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969.
Si tratta di una tesi infondata, che mira essenzialmente a giustificare in qualche modo (almeno parzialmente) quello che poi accadde.
Se è vero che quella strage accelerò le decisioni di alcuni militanti dell’estrema sinistra a passare alle vie di fatto, non è invece vero che ne fu la causa principale. I motivi sono molti: i fondamenti ideologici, la natura delle tre componenti che originarono le BR, gli obiettivi che le BR si prefissarono fin dall’inizio e infine semplicemente i tempi in cui la scelta di passare alle armi cominciò a maturare, antecedente a Piazza Fontana.

martedì 2 dicembre 2025

Ferrara gara moto 1939